Da luglio 2010
dalle ore 9.00
alle 21.00
“Vivere senza psicofarmaci” è un Servizio Personalizzato per quanti decidano di utilizzare strumenti alternativi ai “blocchi chimici” causati dagli psicofarmaci.
Affrontare il disagio, la solitudine, il panico, è possibile anche senza la coercizione farmacologica che costituisce invece un problema nel problema.
“Vivere senza Psicofarmaci” è una Consulenza Scientifica con Approccio Multidisciplinare, cioè con l’aiuto di vari professionisti, per quanti decidano di spezzare le catene della dipendenza, per se stessi o per i propri cari.
Per tornare a creare, con l’adeguato sostegno, il proprio progetto di vita e migliorarne, infine, le dinamiche e le condizioni.
Il Progetto “Vivere senza psicofarmaci” nasce dalla conoscenza storica e scientifica, dalla copiosa letteratura e dalla ricerca che denunciano, da sempre, le devastanti conseguenze della soluzione farmacologica a quelle che sono, invece, difficoltà di vita, di apprendimento, di problem solving, finanziarie, di socializzazione, d’amore o solitudine.
Noi affermiamo che l’infelicità non è una malattia; esattamente come non lo è l’iperattività dei bambini a scuola e il “comportamento “provocatorio – oppositivo” degli adolescenti.
Riteniamo che la “pillola della felicità” sia un grosso imbroglio ai danni della Libertà e del Rispetto degli Esseri Umani. E soprattutto sia parte di un grande business internazionale.
Da qualche parte, qualcuno, e non nascostamente, sta individuando, nei bambini, un nuovo target per allargare il proprio mercato farmacologico. Sempre più, atteggiamenti e modalità, stili cognitivi e specificità che un tempo rientravano nella variabilità del genere umano ed infantile, oggi sono classificati come patologie a cui, sempre, è abbinato uno psicofarmaco. Per sedare, controllare, giustificare, le carenze strutturali e metodologiche delle agenzie educative e formative che, invece, hanno il dovere ed il diritto di promuovere la crescita di ogni cittadino, pur senza “sindacato”, come è, oggi, un bambino.
Il lavoro clinico con centinaia e centinaia di bambini, adolescenti, uomini e donne, ci ha insegnato che la “malattia” è soprattutto la conseguenza di un problema e come tale, può essere affrontato e risolto.
Da tempo l’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare offre questo Servizio , producendo esseri felici e non più schiavi, contribuendo ad una società senza droghe.
A volte può richiedere molto impegno ed infinita dedizione, a volte può essere più facile di quello che credi. Lasciati aiutare. Torna a Vivere!
La Dott.ssa Vincenza Palmieri, Direttore Responsabile dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare coordina personalmente ogni fase del Progetto.